La nascita della comunità di Sersale è in parte legata alle vicende di un antica e nobile famiglia napoletana, i Sersale di Sorrento, i cui discendenti nel corso dei secoli si stabilirono in vari centri del Mezzogiorno. Nel 1609 Serrastretta era stata acquistata dal conte Carlo d'Aquino, il quale in un primo momento si rivelò prepotente e tirannico nei confronti degli abitanti, incamerando nella sua mensa feudale vasti terreni della comunità. Degli Serrastrette si erano alcuni non furono concordi con quel conte, e desiderosi di maggiore libertà, e preferirono allontanarsi dalla loro terra, cercando un lavoro piu' rimunerativo. Avendo appreso che il barone Francesco Sersale nel suo feudo di Sellia disponeva di vasti appezzamenti di terre incolte, decisero di chiedergli l'assegnazione dei fondi Angaro e Morino siti in territorio di Zagarise e al confine col feudo di Cropani. Si trasferirono pertanto con le famiglie in quelle terre e iniziarono a coltivarle; vi costruirono anche delle modestissime case, a guisa di tuguri, specialmente nei pressi del palazzotto baronale e lungo la strada vicinale, che si diramava verticalmente da Nord a Sud, permettendo l'accesso alla Sila anche a coloro che provenivano da Cropani. La relativa fertilità dei terreni assecondò la tenacia di quei coloni, tanto che presto crebbero nella zona piantagioni e colture: negli orti prossimi alle abitazioni furono piantati i gelsi, con le cui foglie fu possibile impiantare l'allevamento del baco da seta; vennero incrementate le piantagioni di castagni, innestando con qualità domestiche gli alberi selvatici che vi crescevano spontaneamente. Qualcuno si dedicò all'allevamento del bestiame, crescendo piccole mandrei di caprini, ovini e suini; altre, esperti boscaiuoli, eserctiavano l'arte dei mannisi, si dedicavano cioè all'estrazione della manna, incidendo le piante dei frassini che vegetavano nei boschi vicini. Nel complesso i coloni si accorsero che in quei luoghi era possible vivere agevolmente e dignitosamente, con maggiori garanzie per l'avvenire di quanto ne potesse offrire la loro patria d'origine; perciò decisero di rimanervi per sempre. L'atto venne rogato in Sellia il 3 agosto 1620 in presenza di entrambe le parti, e cioè da un lato lo stesso barone Don Francesco Sersale, dall' altro 12 coloni, oriundi tutti da Serrastretta, i cui nomi erano i seguenti: Francesco Giuliano, Pietro Torchia, Giovanni Girolamo Talarico, Giovanni Tommaso Mancusi, Marco De Fazio, Vittorio Torchia, Luca Antonio Felice, Francesco Mulinaro, Giovanni Maria Senatore, Giovanni Tommaso Gallo, Pietro Giovanni Mazza, Marcantonio De Fazio alias Caulo.
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